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Simon, Jules.

Pseudonimo di François-Jules-Simon-Suisse. Filosofo e uomo politico francese. Professore di Filosofia alla Sorbona e repubblicano moderato, dopo la Rivoluzione del 1848 venne eletto deputato alla Costituente e nominato membro del Consiglio di Stato. Nel 1852 si rifiutò, come docente universitario, di prestare giuramento all'imperatore Napoleone III e dovette lasciare la cattedra. Eletto nuovamente deputato nel 1863, sedette sui banchi dell'opposizione assumendo un orientamento radicaleggiante, occupandosi principalmente di problemi di carattere sociale tra i quali spicca la battaglia a favore dell'istruzione popolare. Dopo la caduta di Napoleone III, entrò a far parte del Governo come ministro dei Culti e dell'Istruzione (1870-73). Nominato senatore a vita (1875), nel 1876 divenne presidente del Consiglio e ministro dell'Interno, ma nel maggio dell'anno seguente fu allontanato dalla carica dal presidente della Repubblica Mac Mahon a seguito della sua adesione a posizioni anticlericali durante il dibattito suscitato in Parlamento da un appello alle Nazioni di Pio IX, preoccupato per la posizione di soggezione assunta dal Papato nei confronti dello Stato italiano dopo il 1870. Rimase tuttavia una figura di primo piano e dai banchi del Senato attaccò il boulangismo (il movimento nazionalista capeggiato dal generale G. Boulanger) e lo stesso presidente Mac Mahon, con focosa eloquenza. Nel 1890, dopo aver rappresentato la Francia alla Conferenza internazionale del lavoro di Berlino, si ritirò a vita privata. Libero pensatore di indirizzo razionalistico, pubblicò, tra le altre opere di carattere filosofico: Storia della scuola di Alessandria (2 volumi, 1844-45); La morte di Socrate (1853); Dovere (1854); La religione naturale (1856); La libertà di pensiero; Dio, patria e libertà (1884). Fu inoltre autore di Ricordi del 4 settembre (1874), Il governo del signor Thiers (1878), Ricordati del 2 dicembre (1889) e direttore dei giornali “Le Siècle” (1875-77) e “Le Gaulois” (1879-81) (Lorient, Morbihan 1814 - Parigi 1896).